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Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 19 marzo 2025 Alexander Langer decise di concludere volontariamente la sua vita il 3 luglio 1995, a 49 anni. Una vita breve, ma di una intensità straordinaria, per le sue esperienze politiche (anche prima dei Verdi, e poi con i Verdi nascenti dal 1982-83 fino alla fine della sua esistenza), per le sue riflessioni culturali e storiche, per le sue innumerevoli iniziative ecologiste (le sue “utopie concrete”), per i suoi mandati istituzionali (per tre volte nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol e contemporaneamente nel Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano, e poi per due volte nel Parlamento europeo, dove fu anche co-presidente del neonato Gruppo europeo dei Verdi). Dopo la sua morte, molti libri, articoli e saggi sono stati pubblicati sul suo pensiero e sulla sua figura umana e politica. Personalmente, nel decennale della morte (2005), ho curato la raccolta di innumerevoli testimonianze su di lui, nel libro Le parole del commiato (per le edizioni dei Verdi del Trentino) e poi, nel ventennale (2015), ho pubblicato il libro Alexander Langer. Costruttore di ponti (edito da La Scuola della Morcelliana di Brescia, poi riedito più recentemente nella collana Scholè della stessa Morcelliana). Poco dopo la sua scomparsa, era stata pubblicata dalla Sellerio una bella e ricca antologia dei suoi scritti, intitolata Il viaggiatore leggero (curata da Edi Rabini e Adriano Sofri e più volte riedita), la cui lettura è ancor oggi di assoluta attualità e di grandissimo interesse. In quest’anno 2025, trentennale della sua scomparsa, c’è ancora una volta l’occasione di tornare a riflettere su Alexander Langer “testimone e profeta del nostro tempo” (come l’ho definito più volte), per ricordare i suoi insegnamenti alle persone più anziane, ma soprattutto per farlo conoscere alle generazioni più giovani, per le quali può diventare o è già diventato, pur non avendolo potuto ovviamente incontrare di persona, un punto di riferimento fondamentale sui temi della conversione ecologica, della convivenza inter-etnica, della pace e della giustizia sociale, della “questione ecologica” in tutta la sua complessità. Pochi sanno, anche perché il volume è stato completamente esaurito ed è reperibile solo in qualche biblioteca, che durante la sua vita Alexander Langer ha pubblicato solamente un proprio libro, pur avendo scritto molte centinaia di articoli e saggi e avendo in cantiere anche altri libri, che, a causa della sua morte prematura, non era riuscito a completare e pubblicare. Si tratta del libro bi-lingue (italiano e tedesco) intitolato Vie di pace. Frieden schließen. Berichte aus Europa. Rapporto dall’Europa, pubblicato nel 1992 con le edizioni Arcobaleno (dei Verdi del Trentino), con questo sommario in copertina: “Nuovi movimenti e vecchi conflitti: tra autodeterminazione e cooperazione, federalismo e nazionalismo, convivenza e razzismo” (con lo stesso sommario anche in tedesco). Su richiesta dello stesso Langer, il volume (di 445 pagine, con scritti e documenti a volte in italiano, altre volte in tedesco, ciascuno in originale e non in rispettiva traduzione), venne introdotto in tedesco da Helga Innerhofer e da me in italiano, con questo titolo della mia prefazione “Un protagonista dell’Europa senza frontiere”. Riporto qui qualche frase tratta dal mio testo su di lui: “Prima ancora di essere un ecologista e un pacifista, Alexander Langer è un uomo di pace e un uomo di dialogo. ‘Fare la pace tra gli uomini e la natura’ non è solo un imperativo etico, ma un itinerario culturale, un compito storico, una testimonianza quotidiana, di cui Alexander Langer si è reso protagonista prefigurando un’Europa senza frontiere quando ancora tutte le frontiere erano rigide e impenetrabili e i muri erano alzati e militarmente protetti (con le armi da guerra o con le armi dell’ideologia).” E ancora: “Stiamo avvicinandoci ormai alle soglie imminenti del Duemila. Ma fin dalla metà degli anni ’60, quand’era ancora ventenne, Alexander Langer si è impegnato a gettare ‘ponti’ di amicizia e di dialogo, dove rischiavano altrimenti di prevalere i nazionalismi contrapposti, gli esclusivismi etnici, l’ignoranza e i pregiudizi reciproci, le logiche di separazione, sopraffazione od emarginazione.” Dopo aver ricordato le sue radici e le sue prime esperienze politiche sudtirolesi, “pur attraverso difficoltà, tensioni, contraddizioni, a cui Alexander Langer ha sempre saputo rispondere con le armi nonviolente della tolleranza, della comprensione, della conoscenza”, aggiungevo queste riflessioni sulla sua successiva proiezione europea: “E questa straordinaria esperienza, in una piccola terra multietnica e plurilingue, nel cuore dell’eco-sistema alpino e nel cuore dell’Europa, ha condotto Alexander Langer sempre più negli ultimi anni, di propria iniziativa e anche con incarichi ufficiali del Parlamento europeo, a conoscere e intervenire nelle drammatiche situazioni determinatesi nell’Europa centrale e orientale dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dei regimi totalitari”. Ed aggiungevo: “Nell’Europa del dopo-1989, alla straordinaria soddisfazione della ritrovata libertà dei popoli si è accompagnata anche la dilacerante esplosione di dinamiche nazionaliste e xenofobe, di implosioni etniche e di scontri razziali.” E infine concludevo: “In questo ‘terremoto umano’ dello scenario europeo di questi ultimi anni, Alexander Langer ha saputo essere protagonista di pace, tessitore di dialoghi che apparivano impossibili, costruttore di esperienze di convivenza e tolleranza, animatore di iniziative di solidarietà e cooperazione”. Tra le molte centinaia di pagine di questo ricchissimo libro Vie di pace. Frieden Schließen, mi limito a citare conclusivamente un testo di sintesi (datato Berlino, marzo 1990), preparato da Langer “Per un manifesto dei Verdi europei”, in dieci schematici punti: “0. Preambolo (gioia per l’unificazione tra est e ovest, ‘è l’ora dei verdi’) 1. L’Europa ha urgente bisogno di una conversione ecologica basata sull’autolimitazione 2. Per un’Europa unita, democratica, pluri-nazionale, regionalista e federalista: in questo contesto sì all’unificazione tedesca 3. Sviluppare la Comunità europea in direzione tale da trasformarla in comunità pan-europea 4. Per un’Europa pacifica e pacificatrice: graduale e simmetrico smantellamento dei blocchi, ritiro di tutte le truppe straniere, smilitarizzazione della politica di sicurezza 5. Per una civiltà della sufficienza e della misura – le opportunità dell’Est, le opportunità dell’Ovest 6. Cooperazione, limitazione dei danni, reciprocità, integrazione tra Est e Ovest: no alla ‘sudamericanizzazione’ dell’Europa dell’Est 7. Cancellare i debiti finanziari dell’Est; pagare il comune debito ecologico, piuttosto che buttarsi su politiche di ‘adattamento strutturale’ 8. L’integrazione tra Est e Ovest non può essere né forzata né comperata – ha bisogno di tempo. Unire l’Europa dal basso 9. L’Europa, partner solidale del sud del pianeta 10. Un Parlamento verde d’Europa quale forum permanente per la costruzione di un ‘Europa ecologica, pacifica, democratica, non-violenta, solidale, libertaria, giusta e fraterna.” Ci sarebbe ancora, e ancor più bisogno di Alexander Langer per questa Europa.
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![]() MARCO BOATO |
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